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Dir. Resp.
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Edizione del 27/11/2020
Estratto da pag. 1
24 Ore Roma, 27 nov. (Labitalia) - “Il nostro Paese sta per affrontare unpercorso importante di riforma delle politiche fiscali. Ha già fatto un passoin avanti individuando come primo pilastro della riforma l’approvazione del'Family act'. Ecco, ad esempio, perché proponiamo la decontribuzione dellespese per la formazione e l’istruzione”. Lo ha detto, come riporta una nota,Elena Bonetti, ministro per la Famiglia e le Pari Opportunità, in apertura delXVII convegno nazionale 'Obiettivo futuro - Professioni politica e istituzionia confronto per la tutela dei cittadini' organizzato dall’Associazionenazionale commercialisti, presieduta da Marco Cuchel."Lavoriamo allacostruzione di una cittadinanza attiva di cui tutta la collettività potràgodere. L’assegno unico universale, per citare un altro esempio, è un altrostrumento di semplificazione e chiarezza. Serve un approccio nuovo -ha aggiuntoil ministro Bonetti- che riconosca la fiscalità come investimento. E’ la chiavedi volta per la costruzione di Patto di alleanza che consenta al nostro Paesedi poter ripartire con il segno più”. “Lavoriamo altresì a politiche del lavoroche riconoscano un approccio innovativo e produttivo di valore e nonassistenziale - ha proseguito la titolare del dicastero alla Famiglia -attraverso la decontribuzione per le assunzioni degli under 35 e delle donne intutto il Paese. Dobbiamo promuovere una nuova fiscalità per incentivare illavoro femminile”. Un dialogo franco e costruttivo quello ha caratterizzato ilwebinar dove non sono state risparmiate importanti rivendicazioni.“Operare inquesto momento di emergenza implica pesantissime responsabilità. Basta leggidelega. Serve un riordino complessivo della materia -ha rimarcato Cuchel-promuovendo tavoli tecnici che siano in grado di riportare l’equità fiscale ela pari dignità tra fisco e contribuenti. Tutti i decreti emergenziali e inuovi decreti ristoro, adottati a distanza di 10 giorni l’uno dall’altro, e siparla di una quarta e quinta versione dei decreti stessi, sono fonte di grandedifficoltà. Ci mettiamo sempre al servizio di imprese e famiglie per sostenerlima dobbiamo dire che la nostra disponibilità e prontezza a recepire lemodifiche innovative non è ripagata nei fatti dalla considerazione chemeritiamo da parte del governo. Non vediamo riconosciuto questo nostro ruolo infase consultiva e colleghi che stanno lavorando in piena emergenza Covid nonpossono nemmeno curarsi come si deve". "La risposta dell’Agenzia delle Entratesu quest’ultimo aspetto è burocratica e ci lascia perplessi - ha stigmatizzatoil presidente di Anc - perché il diritto alla salute deve essere riconosciutoanche a noi commercialisti. Abbiamo chiesto almeno 30 giorni di moratoria perchi è colpito da pandemia per adempiere alle scadenze di lavoro. Contiamocentinaia di colleghi in quarantena, ricoverati o deceduti. Meritiamo di poterlavorare in serenità, curarci e mantenere il nostro lavoro per evitare diperdere i clienti. Mi auguro che al più presto diventi legge il Ddl Malattia eInfortunio che ci vede in prima linea da oltre 20 anni a portare avanti questaproposta che metta la parola fine all’ingiustizia perpetrata nei confronti deiprofessionisti”.Il tema del mancato ascolto è stato ripreso anche da LuigiPagliuca, presidente della Cassa di previdenza dei ragionieri commercialisti edegli esperti contabili: “Troppo spesso si guarda ai professionisti comecategoria privilegiata. Siamo indispensabili quando c’è da lavorare e ultimi ingraduatoria quando si tratta di misure di sostegno. Ci troviamo di fronte agoverni e legislatori che continuano a ignorarci. Eppure gestiamo il 75% delleaziende italiane. Qualcuno dovrebbe rendersene conto e iniziare a consultarcise davvero vuole prendere provvedimenti in favore di imprese e famiglieitaliane”.Gli ha fatto eco Massimo Miani, presidente dei commercialisti edesperti contabili italiani: “Avevamo creduto nella riforma fiscale e abbiamodato il nostro contributo alla sua stesura. Ma l’emergenza sta prendendo ilsopravvento. Noi abbiamo sempre dato il nostro contributo partecipando alleaudizion
i e agli incontri con il Mef e l’Agenzia delle Entrate. Nello specificoabbiamo posto una serie di problemi, tra i quali quello dei colleghi affetti daCovid. I due terzi dei commercialisti hanno studi individuali e non possonocontare sul contributo di soci o colleghi. E’ opportuno emendare il Dl Ristoriper risolvere il problema”.La presidente del Consiglio nazionale dei consulentidel lavoro e del Cup, Marina Calderone, ha lanciato l’allarme: “Secondo i datiraccolti e analizzati dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, fra aprilee maggio scorsi, all’apice del lockdown primaverile, il 35,8 per cento deiprofessionisti, ovvero più di 1 professionista su 3, ha visto dimezzato ilproprio fatturato, in un contesto in cui il 79 per cento degli studi ha subitouna riduzione degli introiti. Nonostante le nostre ripetute richieste -haaggiunto-, gli iscritti agli ordini sono sempre rimasti esclusi dai contributia fondo perduto concessi a tutte le attività economiche. L’apertura delministro dell’economia Roberto Gualtieri è sicuramente positiva e da tempoattesa, aspettiamo quindi di leggere il testo del decreto legge RistoriQuater", ha aggiunto ancora. L’Agenzia Entrate ha affidato la risposta al suodirettore generale, Ernesto Maria Ruffini: "Da tempo -ha spiegato- è maturatala necessità di una riforma fiscale ma il governo sta dando la priorità agliinterventi emergenziali dettati dalla crisi pandemica. Non bisogna avere frettae occorre condividere la riforma con gli addetti ai lavori, i tecnici, iprofessionisti, in modo da non dover poi correre ai ripari con correttivi.L’equità deve esserne il fondamento. L’Agenzia spesso è individuata comeresponsabile dell’iniquità ma noi ci limitiamo ad applicare le norme. Se siriesce a semplificarle, sarà anche meglio", ha sottolineato. “Intanto si devecontinuare a puntare sull’innovazione tecnologica e sul potenziamentodell’analisi dei dati. I fatti - ha osservato Ruffini - hanno dimostrato cheuna corretta lettura degli stessi serve non solo a controllare l’evasione masoprattutto a fornire allo Stato l’andamento dell’economia del Paeseconsentendogli di intervenire in modo più capillare. Con i commercialistiabbiamo un rapporto produttivo e necessario. Non immagino la possibilità diguidare l’Agenzia delle Entrate senza il rapporto con gli operatori delsettore. Sono la prima interfaccia tra amministrazione finanziaria econtribuenti”.Un importante aggiornamento è stato illustrato da Chiara Gribaudo(Commissione Lavoro della Camera). “Oggi in Parlamento abbiamo votatol’ennesimo scostamento di Bilancio con il contributo della minoranza. Lacollaborazione tra maggioranza e opposizione -ha aggiunto l’esponente del Pd-ha permesso di prevedere il recupero del sostegno ai lavoratori autonomi e aiprofessionisti. Un fatto positivo. Sul decreto Ristori ter e quater ci sarà unlavoro importante in questa direzione. Dobbiamo liberare risorse per trovare lecoperture adeguate. La mia proposta di legge prevede maggior spazio per leCasse in modo da rispettare una visione europea delle professioni e lasciarepiù spazio al welfare dei professionisti. Anche in termini di tutela in caso dimalattia”.Per Alberto Gusmeroli, vicepresidente della Commissione Finanze dellaCamera: “I professionisti non sono assolutamente ascoltati né dall’Agenziadelle Entrate né dal legislatore e dal governo. Se così non fosse non avremmofatto ben 4 decreti Ristori e avremmo evitato tanti errori tecnici elegislativi. Abbiamo fatto passare una serie di emendamenti alla manovra dibilancio come quello sul credito d’imposta per chi si quota e quello per lariapertura dei termini per l’estromissione dei beni d’impresa”.“Abbiamorecuperato 150 codici Ateco dimenticati tra i fruitori dei benefici dei decretiRistoro. Un lavoro bi-partisan - ha specificato Gusmeroli - che spero dia buonifrutti. Mi chiedo piuttosto tutti i consulenti del ministero cosa stianofacendo per garantire ai professionisti, alle imprese e alle famiglie italianepiù equità”.Anche in Senato il lavoro per i diritti dei professionistiprosegue, come ha confermato Andrea De Bertoldi, seg
retario della CommissioneFinanze: “Basterebbero poche ore e il Senato potrebbe licenziare il disegno dilegge per il riconoscimento della malattia ai professionisti. Il cosiddetto‘Ddl Malattie e Infortunio’ da noi presentato. Dispiace vedere che ci si limitiai lavori sui decreti attinenti la legge Finanziaria perché c’è tutto il tempoper affrontare anche questi temi. Non si può attendere gennaio per unprovvedimento così importante nella fase emergenziale che stiamo vivendo", haconcluso.